Gestione faunistica e venatoria

La gestione faunistica comprende tutte le azioni volte a conservare e riqualificare, nel tempo, le popolazioni animali, cercando di massimizzare i vantaggi che derivano da un loro utilizzo sostenibile, indiretto o anche diretto (gestione venatoria).
La gestione faunistica dell'Azienda Valbelviso - Barbellino è improntata, da oltre un secolo, alla conservazione delle popolazioni di fauna alpina che caratterizzano l'area, mediante un rigoroso approccio tecnico-scientifico.
Le componenti faunistiche oggetto della gestione sono principalmente gli Ungulati (camoscio, stambecco, muflone cervo e capriolo) e gli Uccelli tipicamente alpini (fagiano di monte, pernice bianca, coturnice, nonché in subordine, francolino di monte e gallo cedrone). Per quanto riguarda gli Ungulati, tutte le specie presenti sul territorio, ad eccezione dello stambecco, sono soggette a prelievo venatorio. Lo stambecco è stato reintrodotto negli anni 1987-90 in Val Seriana ed è ora presente stabilmente nel settore bergamasco dell'Azienda, in periodo estivo, con circa 60-70 individui.
Per poter pianificare correttamente la gestione e il prelievo venatorio, ogni anno vengono svolti, dal personale di vigilanza dell’Azienda, spesso in collaborazione con quello delle Provincie competenti per il territorio, dei censimenti esaustivi delle popolazioni e sistematicamente vengono raccolti i principali parametri biometrici sia degli animali abbattuti (per le specie cacciate) che di quelli rinvenuti morti. Conseguentemente l'Azienda dispone di una pluriennale serie storica di dati relativi all'andamento delle popolazioni della maggior parte delle specie presenti.

Andamento camoscio Andamento muflone
Grafico camoscio Grafico muflone
La popolazione senza dubbio più importante all'interno dell'Azienda è quella del camoscio, con una consistenza primaverile attestata intorno a 1100 capi, per una densità di 8-9 camosci per km2 e un rapporto tra sessi di 1 maschio per 1-3 femmine. La gestione venatoria è volta a mantenere tali parametri demografici ritenuti idonei per garantire la conservazione e l’utilizzo cinegetico delle popolazioni di camoscio sulle Alpi. Per quanto riguarda il muflone, introdotto nel 1971, dopo una prima fase di difficoltà di ambientamento, la popolazione è gradualmente aumentata fino a superare i 90-100 individui (dai 18 inizialmente introdotti), valore anche in relazione al fatto che questa specie compete parzialmente con il camoscio (specie autoctona) da un punto di vista spaziale e trofico. Per quanto riguarda il cervo e il capriolo, queste specie sono presenti con consistenze intorno a 80-100 individui, tale valore sembra rappresentare il massimo della popolazione sostenibile, in base alle caratteristiche ambientali presenti nell'Azienda, per il capriolo, mentre il cervo può verosimilmente aumentare ancora la propria consistenza. La gestione venatoria è, conseguentemente, improntata in base a tali valori di riferimento. Per quanto concerne gli uccelli, le uniche specie attualmente cacciate all'interno dell'Azienda sono il fagiano di monte e la coturnice. Il fagiano di monte, regolarmente censito mediante un monitoraggio primaverile sulle arene di canto, mantiene una consistenza stabile di circa 60-70 maschi adulti.
Andamento forcello  
Grafico camoscio Il prelievo venatorio su questa specie è da sempre molto contenuto, con una media di 7 maschi abbattuti ogni anno. Anche per quanto riguarda la coturnice, specie che, negli ultimi anni, ha subito un forte calo in tutto l'arco alpino, i prelievi risultano molto contenuti, limitati a pochissime unità e, comunque, sempre ben al di sotto del 10% della consistenza estiva di questo fasianide. Nel territorio dell’Azienda è presente, in modo stabile, una coppia nidificante di aquila reale. Esso è inoltre stato oggetto, dal 2002 al 2004, della presenza più o meno occasionale del lupo nonché, nel corso del 2008, anche di una estemporanea “visita” da parte dell’orso.